sabato 25 giugno 2011

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The Black Museum, Springald - Jack il Saltatore è in città e colpirà anche stanotte

Jack il Saltatore (Spring Heeled) sulla copertina
del volume
Con questa recensione comincio a parlare di un tipo di manga che mi sta particolarmente a cuore: ovvero gli one shot. La formula a volume unico mi piace perché narra una storia nel breve spazio dato da un singolo tankobon, riuscendo ad essere incisiva (altrimenti perde di significato) e permettendo spesso di capire come un determinato autore lavora prima di lanciarsi nell’acquisto di una serie di più volumi. 


Comincio a recensire la mia piccola collezione di volumi unici parlando di The Black Museum – Springald, opera di Kazuhiro Fujita, autore dei celebri Ushio e Tora e Karakuri Cirkus, che, premetto, non ho mai letto. La storia, ambientata in epoca vittoriana, è una rivisitazione del classico Jack lo Squartatore, che in questo caso diviene Jack il Saltatore. Compare a Londra un misterioso uomo, dotato di braccia e gambe spropositatamente lunghe, che si diverte a denudare in pubblico il seno di giovane donzelle con un colpo dei suoi lunghi artigli. Dalla maschera che indossa escono bagliori demoniaci e la lugubre risata che emette dopo aver compiuto i suoi delitti terrorizzano la cittadinanza per un po’ di tempo ma ad un certo punto scompare misteriosamente nel nulla. Dopo tre anni ritorna e uccide con crudeltà inaudita alcune donne. Ad venir accusato di essere il malvagio Jack il Saltatore (chiamato così perché con le gambe a molla spicca degli altissimi salti) è Walter de La Poer Straid, un giovane e dissoluto marchese che dedica la sua intera vita al vizio e al divertimento. La storia, divisa in due parti ambientate ad anni di distanza, è ricca di misteri, avventura e anche un pizzico di romanticismo. 

Jack il saltatore compare su un tetto
Walter è una figura ambigua, esternamente molto dissoluta e viziosa, ma in realtà incredibilmente malinconica, sola e bisognosa di attenzioni. Il suo tormento interiore, dovuto alla perdita della madre in tenera età e alla freddezza del padre, si manifesta con le bravate che organizza per i suoi amici finchè non incontra Margaret Scales, l’ultima ragazza che il Saltatore aggredisce prima di scomparire, che riesce a calmare il suo animo semplicemente affrontandolo senza paure. Il marchese si tranquillizza e nutre un dolcissimo sentimento di amore per la giovane, che tra l’altro è una sua cameriera, finchè il Saltatore non ricompare nella sua vita come non aveva mai immaginato potesse avvenire. Il giovane deve quindi affrontare il suo passato, in una sorta di controfigura di se stesso portato ad una feroce e spietato esasperazione, mentre cerca di proteggere la donna amata nel giorno del suo matrimonio con un altro uomo. Non essendo un’opera particolarmente lunga i personaggi degni di interesse si possono contare sulle dita di una mano ma sia Walter che la giovane Margaret sono molto stimolanti e ben caratterizzati. Insieme a loro vi sono anche il secondo malvagio Saltatore, inumanamente violento nella sua follia, e un irruento ispettore di polizia che vuole catturare a tutti i costo Jack il Saltatore per i delitti da lui commessi. 

La custode del Black Museum accoglie
il suo ospite misterioso
Lo stile grafico di Fujita è molto particolare, rude e grezzo ma al contempo elegante e dettagliato. Infatti le ambientazioni sono incredibilmente descrittive, fin minuziose, e riescono a delineare un bellissimo quadro della Londra Vittoriana, facendo muovere i personaggio in uno scenario misterioso e a tratti cupo. Il charcater design dei protagonisti è grezzo e spigoloso ma al contempo esaustivo e cinetico. Le scene migliori sono quelle dedicate a Jack il Saltatore, così dinamiche e ben studiate da far sembrare che il personaggio si muova autonomamente tra le pagine. La figura longilinea e dinoccolata del mostro saltatore che si staglia in lontananza, o compressa in una prospettiva estrema che ne esalti gli arti incredibilmente lunghi, rivela l’incredibile abilità dell’autore nel comporre ottime tavole di pregiato impatto scenico. 

La tavola errata nella prima stampa
italiana (poi corretta)
In pochissime pagine l’autore riesce a mettere in scena un bellissimo teatro di personaggi che man mano fanno cadere le proprie maschere e rivelano la loro natura al lettore, appassionandolo con le loro vicende e i loro tormenti. In tutto questo la storia è impostata come un lungo flashback, narrato di persona da uno dei protagonisti delle vicende alla custode del Black Museum, luogo dove è conservata una delle gambe del Saltatore. In questo modo aumentano ulteriormente i misteri della trama dato che fino alla fine la voce narrante non rivelerà la sua reale identità ma mostrerà solo le sue mani mentre parla. 

L’edizione italiana è a cura della GP Publishing e si tratta di un’ottima pubblicazione, con carta di qualità, sovraccoperta e alcune pagine a colori, dal prezzo di 6,90 €. Bisogna solo fare attenzione perché sono state distribuite alcune copie fallate (tra cui la mia) che non hanno le pagine a colori nella seconda parte e presentano una pagina sbagliata, ma ormai credo che non siano più in commercio. Riconoscerle è facile, la riedizione corretta ha le pagine finali nere al posto di alcune pubblicità che c'erano nelle copie difettose. In conclusione si tratta di un volume unico sicuramente consigliato sia per la trama avvincente che per i bellissimi disegni che senza alcun dubbio saprà conquistare qualunque lettore appassionato di seinen di qualità.
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SCRITTO DA: Acalia Fenders

Sono una blogger di Torino che si occupa di fumetti e animazione dal 2010. I mei interessi spaziano dai classici fumetti (di cui ha una considerevole collezione) ai telefilm, dai film ai cartoni animati (anime e non!). Amo il Giappone e ho una sconsiderata e inarrestabile passione per Batman.





4 commenti :

  1. Di Ushio e Tora avevo comprato qualche numero quando usciva su Techno della Star Comics (1997?), mi piaceva ma per qualche motivo non l'ho mai concluso (forse ero a corto di paghette). Però il gatto preso in quel periodo lo avevo chiamato Tora (era pure rosso come una tigre):P

    Questo Springald me lo segno da recuperare se lo trovo. I volumi unici sono sempre i benvenuti, sia per riuscire ad apprezzare una storia al "completo" senza dover spendere un patrimonio in serie infinite, sia per il rischio minore che l'autore allunghi troppo la trama con parti un po' inutili e forzate.

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  2. La mia fumetteria ideale avrebbe un ripiano di soli numeri unici, purtroppo il mio fumettaro di fiducia non la pensa come me... anzi nel suo negozio ultimamente è difficile trovare anche le serie lunghe (non ti dico il casino che non c'è).

    Così di solito me li perdo quando escono e li recupero in fiera dalle case editrici o, se ho molta fortuna, dagli scatoloni delle offerte (ma è molto raro).

    Bello il gattino chiamato Tora, il mio si chiama Lancillotto (detto Pucci) in onore del celebre cavaliere^^

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  3. Ma pensa tu!
    Lo stavo appunto per comprare oggi su e-bay, ma ero a corto di soldi e ho optato per l'edizione di Star Munckinh uscita nel 2011.
    Dell'autore lessi Ushio e Tora: mi piaceva molto.
    In futuro lo prenderò. Intendo The Black Museum

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    Risposte
    1. Se ti capita prendilo, è un volume molto bello, occhio solo che ci sono alcuni volumi con una pagina sbagliata (tipo la mia copia è così ç__ç), per cui, visto che non ha neanche questo costo eccessivo, se possibile, prendilo in una fumetteria di fiducia o direttamente in casa editrice (tipo negli stand in fiera) ^^

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